Buongiorno,
una signora del Marocco ha fatto ingresso in Italia il 03.10.2023 e sostiene di essere in possesso di un'autorizzazione/nulla osta della prefettura di Catanzaro per lavoro agricolo.
Non ha ancora iniziato a lavorare per un problema di completezza di documentazione da parte del datore di lavoro.
Ci ha detto che il visto presente nel suo passaporto è datato 08.05.2024.
Per evitare che si trovi in difficoltà per eventuali richieste di permessi e ingressi futuri nel nostro paese cosa secondo voi è utile consigliare alla signora?
Quanto tempo può permanere legalmente in Italia sulla base della data di primo ingresso (03.10.2023) e sulla base della data presente nel visto per lavoro agricolo stagionale (08.05.2024)?
Qualora le scadesse il visto e non rientrasse in Marocco a quali conseguenze va in contro?
In attesa che la documentazione lavorativa sia completa come è meglio che proceda per non pregiudicare passaggi futuri?
Vi ringrazio anticipatamente per il vostro supporto.
saluti
sara, volontaria sportello immigrati
visto per lavoro agricolo e durata del soggiorno regolare
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- adirmigranti
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Re: visto per lavoro agricolo e durata del soggiorno regolare
Buongiorno,
la prima domanda per capire meglio è: come mai si trova in Toscana se il lavoro dovrebbe essere in Calabria? Se non ha mai iniziato a lavorare e vi sono stati problemi con la documentazione, immaginiamo anche che la signora non abbia una ricevuta di richiesta del permesso di soggiorno, ovvero che non si sia conclusa positivamente la procedura di fronte al SUI di Catanzaro.
Se non ha quantomeno richiesto il primo permesso per lavoro stagionale e non avrà lavorato almeno 39 giornate in 6 mesi non sarà possibile chiedere la conversione in lavoro subordinato (si veda la circolare allegata, pagg. 11 e 12). Anche qualora fosse possibile invece una coesione familiare sarà in ogni caso necessario aver chiesto il primo permesso per lavoro stagionale, il che significa, vale la pena ribadirlo, aver firmato assieme al datore di lavoro il contratto di soggiorno presso lo SUI e quindi aver ottenuto il kit postale dallo stesso ed averlo inviato.
Visto quanto sopra, dall’8 maggio dovrà lasciare il territorio e se non si allontana volontariamente rischia un provvedimento di espulsione.
A disposizione per ogni aggiornamento e/o chiarimento,
cordiali saluti
la prima domanda per capire meglio è: come mai si trova in Toscana se il lavoro dovrebbe essere in Calabria? Se non ha mai iniziato a lavorare e vi sono stati problemi con la documentazione, immaginiamo anche che la signora non abbia una ricevuta di richiesta del permesso di soggiorno, ovvero che non si sia conclusa positivamente la procedura di fronte al SUI di Catanzaro.
Se non ha quantomeno richiesto il primo permesso per lavoro stagionale e non avrà lavorato almeno 39 giornate in 6 mesi non sarà possibile chiedere la conversione in lavoro subordinato (si veda la circolare allegata, pagg. 11 e 12). Anche qualora fosse possibile invece una coesione familiare sarà in ogni caso necessario aver chiesto il primo permesso per lavoro stagionale, il che significa, vale la pena ribadirlo, aver firmato assieme al datore di lavoro il contratto di soggiorno presso lo SUI e quindi aver ottenuto il kit postale dallo stesso ed averlo inviato.
Visto quanto sopra, dall’8 maggio dovrà lasciare il territorio e se non si allontana volontariamente rischia un provvedimento di espulsione.
A disposizione per ogni aggiornamento e/o chiarimento,
cordiali saluti
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