Una coppia di cittadini venezuelani questa primavera hanno abbandonato il Venezuela insieme alla figlia di neppure un anno a causa della pericolosa situazione attuale.
La moglie nel 2012 ha acquisito la cittadinanza in Venezuela perché ha ascendenti italiani.
Tuttavia quando le fu riconosciuta la cittadinanza si era da poco sposata così tutta la documentazione della cittadinanza fu riesaminata dal Consolato Italiano.
L'atto di matrimonio celebrato in Venezuela nel 2013 fu trascritto nei registri AIRE del comune di Tivoli, essendo la moglie iscritta nell'AIRE di Tivoli.
All'inizio dell'estate 2017 sono arrivati con la loro bimba in Italia e precisamente in un comune limitrofo al nostro.
Purtroppo in Venezuela non erano riusciti a completare il certificato di nascita della figlia; portarono in Italia una fotocopia del documento che avrebbero dovuto inviare all'Ambasciata italiana a Caracas per la legalizzazione della firma del traduttore; erano inoltre in possesso di un certificato di nascita della figlia non apostillato; la collega di stato civile verificati i documenti confermò che si trattava di due certificati di nascita rilasciati in date diversi ma validi.
Tuttavia sono ora in possesso dell'originale della documentazione che era stata preparata per l'Ambasciata italiana di Caracas, ovviamente manca la legalizzazione della firma del traduttore.
Da circa un mese questa coppia prima ospite di una famiglia italo venezuelana nel comune a noi confinante, ha potuto prendere una casa in affitto e sono tutti e tre lì residenti .
I quesiti sono:
1) Possono presentare al comune dove attualmente risiedono il certificato di nascita della bimba con traduzione asseverata presso il tribunale? (quindi certificato di nascita apostillato e tradotto in Venezuela ma non essendo legalizzata la firma del traduttore tradurrebbero il certificato con traduzione giurata presso il nostro tribunale. Per il nostro comune é Ok così, speriamo anche per quello dove risiedono.
Padre e figlia ad oggi non ancora cittadini italiani sono titolari di una carta ex Dlgs 30/2007
2) La coppia si é sposata nel 2013 in Venezuela e la bimba é nata alla fin del 2016; sono rimasti in Venezuela fino a quest'estate.
Sono in possesso del certificato di matrimonio rilasciato dal Comune di Tivoli dove l'atto era stato trascritto nell'anno del loro matrimonio.
Il marito quando avrà ricevuto dal Venezuela il certificato penale , già possiede quello di nascita ovviamente con apostille ecc...potrà fare domanda di cittadinanza o dovrà aspettare che sia trascorso un anno dall'iscrizione nell'anagrafe del comune dove risiedono?
3) Il marito laureato come la moglie in Venezuela, ha trovato fortunatamente lavoro su uno Yacht
e si sposta attraccando in vari porti del mediterraneo Caraibi ecc. essendo titolare v. sopra di carta ex Dlgs 30/2007 non dovrebbe avere problemi; che consigli ci potete dare?
richiesta di cittadinanza per matrimonio
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Re: richiesta di cittadinanza per matrimonio
Gent.ma Mauri
1) se la traduzione asseverata presso al tribunale viene accettata dal suo comune riteniamo che il comune confinante dovrebbe comportarsi nello stesso modo dovendo rispondere alle stesse normative. Come più e più volte le abbiamo indicato si tratta anche di chiedere e attendere una risposta, che se negativa dovrà essere scritta e motivata oltreché firmata dal responsabile.
Essendo per altro titolari di carta di soggiorno il coniuge e la figlia diremmo anche che la questura ha già riconosciuto la validità dei certificati (matrimonio e nascita della figlia) che dimostrano il rapporto di parentela.
2) per rispondere a questa sua domanda basta leggere l'art. 5 della legge 91/1992:
"1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano acquista la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, ovvero dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente al'’estero, qualora, al momento dell’adozione del decreto di cui all'art. 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, annullamento o cessazione degli effetti civili
del matrimonio e se non sussiste separazione legale.
2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi. "
3) Quali consigli dovremmo darle? I Caraibi non sono uno stato preciso, la carta di soggiorno come lei sa ha validità soltanto per quel che riguarda l'UE, salvo specifici accordi di esenzione dei visti di breve durata con specifici Stati. In questo senso il consiglio è che gli interessati si rivolgano al proprio datore di lavoro che con i propri uffici amministrativi gestisce di norma le pratiche burocratiche dei propri dipendenti relative all'ingresso e al soggiorno in altri Paesi.
Certi di non poter aggiungere altro.
Cordialmente
1) se la traduzione asseverata presso al tribunale viene accettata dal suo comune riteniamo che il comune confinante dovrebbe comportarsi nello stesso modo dovendo rispondere alle stesse normative. Come più e più volte le abbiamo indicato si tratta anche di chiedere e attendere una risposta, che se negativa dovrà essere scritta e motivata oltreché firmata dal responsabile.
Essendo per altro titolari di carta di soggiorno il coniuge e la figlia diremmo anche che la questura ha già riconosciuto la validità dei certificati (matrimonio e nascita della figlia) che dimostrano il rapporto di parentela.
2) per rispondere a questa sua domanda basta leggere l'art. 5 della legge 91/1992:
"1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano acquista la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, ovvero dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente al'’estero, qualora, al momento dell’adozione del decreto di cui all'art. 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, annullamento o cessazione degli effetti civili
del matrimonio e se non sussiste separazione legale.
2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi. "
3) Quali consigli dovremmo darle? I Caraibi non sono uno stato preciso, la carta di soggiorno come lei sa ha validità soltanto per quel che riguarda l'UE, salvo specifici accordi di esenzione dei visti di breve durata con specifici Stati. In questo senso il consiglio è che gli interessati si rivolgano al proprio datore di lavoro che con i propri uffici amministrativi gestisce di norma le pratiche burocratiche dei propri dipendenti relative all'ingresso e al soggiorno in altri Paesi.
Certi di non poter aggiungere altro.
Cordialmente