Un cittadino NON UE, attualmente con cittadinanza italiana ha ricongiunto la moglie NON UE da più di un anno, più precisamente la moglie é residente a Massa con il marito da un anno e titolare di Carta di soggiorno ex D.LGS 30/2007; trattandosi di coppia ultra sessantenne hanno figli ormai adulti: una figlia risiede in Italia, ma in altra città ricongiunta dal marito e l'altro figlio anche lui adulto vive nel paese d'origine.
In questa situazione devono essere trascorsi due anni di convivenza della moglie con il coniuge cittadino italiano per inoltrare la richiesta di cittadinanza italiana o é sufficiente un solo anno avendo la coppia dei figli anche se non vivono con i genitori in Italia?
debbono dimostrare che hanno figli oppure basta dichiararlo?
Quando un cittadino NON UE acquista la cittadinanza quasi sempre fa registrare il matrimonio avvenuto nel Paese di origine all' Ufficio di Stato civile ovviamente esibendo il certificato di matrimonio tradotto e legalizzato nel Paese di origine, é opportuno fare registrare anche i certificati di nascita dei figli anche se non vivono con il genitore e non si trovano neppure in Italia?
coniuge di cittadino italiano richiesta di cittadinanza italiana
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Re: coniuge di cittadino italiano richiesta di cittadinanza italiana
L'art. 5 della L. 5 febbraio 1992, n. 91 recita:
"1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano puo' acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all'estero, qualora, al momento dell'adozione del decreto di cui all'articolo 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, l'annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi.
2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della meta' in presenza di figli nati o adottati dai coniugi."
Visto quanto sopra riteniamo che l'interessata dovrà sicuramente trascrivere l'atto di matrimonio presso la stato civile del comune italiano presso il quale i coniugi risiedono, dovendo invece dimostrare alla prefettura (non anche registrare in comune) di soddisfare il requisito di cui al comma 2 dell'art. 5 ad esempio esibendo i certificati di nascita di almeno uno dei figli o meglio ancora lo stato di famiglia del paese di origine, debitamente tradotto e legalizzato: se lo stesso fosse già nella disponibilità dell'interessata, consigliamo di allegarlo quale documento generico nell'apposita sezione del modulo di richiesta on-line.
Cordialmente
"1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano puo' acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all'estero, qualora, al momento dell'adozione del decreto di cui all'articolo 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, l'annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi.
2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della meta' in presenza di figli nati o adottati dai coniugi."
Visto quanto sopra riteniamo che l'interessata dovrà sicuramente trascrivere l'atto di matrimonio presso la stato civile del comune italiano presso il quale i coniugi risiedono, dovendo invece dimostrare alla prefettura (non anche registrare in comune) di soddisfare il requisito di cui al comma 2 dell'art. 5 ad esempio esibendo i certificati di nascita di almeno uno dei figli o meglio ancora lo stato di famiglia del paese di origine, debitamente tradotto e legalizzato: se lo stesso fosse già nella disponibilità dell'interessata, consigliamo di allegarlo quale documento generico nell'apposita sezione del modulo di richiesta on-line.
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Re: coniuge di cittadino italiano richiesta di cittadinanza italiana
L'interessata ha depositato in Prefettura la domanda di cittadinanza e quantunque la situazione fosse già stata sottoposta all'attenzione degli operatori di sportello dell'ufficio di cittadinanza della Prefettura, che per altro non evidenziavano la necesità di allegare il certificato di nascita almeno di una figlia ovviamente tradotto e legalizzato, informo che sono sorte difficoltà quando si è trattato di acquisire la domanda di cittadinanza della cittadina morocchina.
L'impiegato osservava che dalla domanda della cittadina marocchina si deduceva che non aveva figli in comune con suo marito marocchino e ormai già italiano.
Credo che le incertezze derivino sia da una forse ancora scarsa riflessione su casi analoghi sia forse dal modulo da compilare.
Quando l'utente compila il modulo per chiedere la cittadinanza in quanto coniuge di cittadino italiano non ha uno spazio dove dichiarare se ha o non ha fgli in comune con il coniuge cittadino italiano; deve solo dichiarare i periodi di residenza in Italia, la data di matrimonio e dove é stato trascritto il matrimonio e infine deve dichiarare "il proprio nucleo familiare come risulta dal certificato di stato di famiglia rilasciato dal comune di residenza (ovviamente ho sempre ritenuto che si debba prendere in considerazione il comune italiano se i coniugi risiedono in Italia).
La Prefettura leggendo la domanda di cittadinanza interpreta che i coniugi in esame non hanno figli non essendo i medesimi nello stato di famiglia con i genitori residenti in Italia.
Alla fine sia pure con molte riserve la domanda é stata acquisita è sarà integrata con il certificato di nascita della loro figlia residente in Marocco ovviamente tradotto e legalizzato; le incertezze tuttavia erano abbastanza evidenti, osservava infatti l'operatore dello sportello che la domanda avrebbe potuto essere respinta.
Evidenzio quindi le incompletezze della modulistica che l'utente deve completare; ringrazio per il consiglio che ci avete dato di allegare copia del certificato di nascita (o anche stato di famiglia nel paese di origine in casi come quella da me illustrato) e resto in attesa di eventuali vostre osservazioni e consigli in merito al caso illustrato come caso tipo.
L'impiegato osservava che dalla domanda della cittadina marocchina si deduceva che non aveva figli in comune con suo marito marocchino e ormai già italiano.
Credo che le incertezze derivino sia da una forse ancora scarsa riflessione su casi analoghi sia forse dal modulo da compilare.
Quando l'utente compila il modulo per chiedere la cittadinanza in quanto coniuge di cittadino italiano non ha uno spazio dove dichiarare se ha o non ha fgli in comune con il coniuge cittadino italiano; deve solo dichiarare i periodi di residenza in Italia, la data di matrimonio e dove é stato trascritto il matrimonio e infine deve dichiarare "il proprio nucleo familiare come risulta dal certificato di stato di famiglia rilasciato dal comune di residenza (ovviamente ho sempre ritenuto che si debba prendere in considerazione il comune italiano se i coniugi risiedono in Italia).
La Prefettura leggendo la domanda di cittadinanza interpreta che i coniugi in esame non hanno figli non essendo i medesimi nello stato di famiglia con i genitori residenti in Italia.
Alla fine sia pure con molte riserve la domanda é stata acquisita è sarà integrata con il certificato di nascita della loro figlia residente in Marocco ovviamente tradotto e legalizzato; le incertezze tuttavia erano abbastanza evidenti, osservava infatti l'operatore dello sportello che la domanda avrebbe potuto essere respinta.
Evidenzio quindi le incompletezze della modulistica che l'utente deve completare; ringrazio per il consiglio che ci avete dato di allegare copia del certificato di nascita (o anche stato di famiglia nel paese di origine in casi come quella da me illustrato) e resto in attesa di eventuali vostre osservazioni e consigli in merito al caso illustrato come caso tipo.
- adirmigranti
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Re: coniuge di cittadino italiano richiesta di cittadinanza italiana
Visto quanto ci dice, auspichiamo che le incompletezze, tramite la Prefettura di Massa, possano essere segnalate direttamente al Ministero, dato che certo non saremo in grado noi di ottenere aggiornamenti alla modulistica on-line.
Peraltro ci sembra dovuto che la prefettura faccia tutti i controlli che ritiene opportuno ed eventualmente chieda all'interessata l'integrazione documentale al fine di istruire una pratica completa. Ricordiamo che la P.A. ha il dovere di comunicare quali siano i motivi ostativi all'accoglimento della domanda.
Non sapendo cosa consigliare o quali osservazioni potremmo nel caso aggiungere,
cordiali saluti
Peraltro ci sembra dovuto che la prefettura faccia tutti i controlli che ritiene opportuno ed eventualmente chieda all'interessata l'integrazione documentale al fine di istruire una pratica completa. Ricordiamo che la P.A. ha il dovere di comunicare quali siano i motivi ostativi all'accoglimento della domanda.
Non sapendo cosa consigliare o quali osservazioni potremmo nel caso aggiungere,
cordiali saluti