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adirmigranti
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da adirmigranti » mer giu 09, 2021 11:27 am
Adeguato l’impianto repressivo, ma restano ancora tante le criticità sul fronte delle prevenzione
Gli interventi normativi adottati nel corso degli ultimi anni, volti a imprimere una svolta all’attività di contrasto al fenomeno del caporalato nel settore agricolo stanno funzionando, ma è necessario individuare nuovi strumenti per debellare un fenomeno che appare ben radicato ormai in tutte le parti d’Italia e continuamente alimentato dal bisogno di coloro che si prestano a ritmi di lavoro massacranti in cambio di compensi esigui.
A queste conclusioni sono giunte le Commissioni parlamentari riunite XI Lavoro e XIII Agricoltura al termine di un'indagine conoscitiva sul fenomeno del cosiddetto "caporalato" in agricoltura, avviata alla fine del 2018.
Il legislatore è più volte intervenuto negli ultimi anni per contrastare il fenomeno del «caporalato », da ultimo, nella scorsa legislatura, con l’approvazione della legge 29 ottobre 2016, n. 199, recante disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo.
Le operazioni di contrasto al caporalato condotte negli ultimi anni, hanno dimostrato in modo inequivocabile – si legge nel documento conclusivo dell’indagine - che l’impianto normativo delineato dalla legge n. 199 del 2016, sul piano repressivo, è adeguato ed efficace. In particolare, la nuova norma penale, che – con la riformulazione dell’articolo 603-bis del codice penale – ha meglio definito la condotta di intermediazione illecita e di sfruttamento, e i nuovi strumenti di indagine, affiancati alla responsabilità penale dell’imprenditore e alle misure di prevenzione conseguenti, hanno sortito un effetto notevolmente deterrente rispetto al fenomeno in esame, come testimoniano i dati registrati negli ultimi anni.
L’impianto della legge del 2016 è, tuttavia largamente inattuato, relativamente alla parte preventiva. In relazione a tale profilo, gli strumenti di contrasto allo sfruttamento illecito della manodopera andrebbero – ad avviso dei commissari - integrati e rafforzati, sia attraverso la piena attuazione della legge richiamata anche sul versante della prevenzione, sia attraverso la previsione di interventi diretti, in generale, a rimuovere gli squilibri e le distorsioni della produzione agro-alimentare destinati a ripercuotersi negativamente anche sulle dinamiche del lavoro agricolo.
Fondamentale – ad avviso dei commissari - prevedere norme e procedure volte non solo a incentivare e premiare la denuncia degli sfruttatori da parte delle vittime del reato di caporalato, ma anche organizzare servizi sociali avanzati, in grado di assistere i lavoratori interessati.
Al riguardo, appare significativo che, specialmente In molti territori, allo sfruttamento lavorativo per le donne si è spesso aggiunto lo sfruttamento, il ricatto e l’abuso sessuale. In questo ambito sarebbe in primo luogo opportuno costituire un sistema di presa in carico delle vittime, al fine di indirizzarle ai percorsi di protezione e assistenza corrispondenti alle rispettive necessità, che potranno comprendere servizi di prima accoglienza, assistenza sanitaria, tutela legale e supporto sociale. Queste misure sarebbero utili non solo per incentivare la denuncia delle condotte criminali, ma anche per evitare che le denunce si trasformino in ulteriore emarginazione, impoverimento e forme di discriminazione
In questa ottica, viene suggerita anche l’applicazione agli stranieri vittime dello sfruttamento lavorativo di misure analoghe a quelle previste dall’articolo 18 del Testo unico Immigrazione per le vittime della tratta e del grave sfruttamento degli esseri umani. Dovrebbe, altresì, valutarsi l’adozione di specifiche azioni volte a sostenere – anche attraverso il concorso dei servizi per l’impiego –politiche di reinserimento sociale e lavorativo delle vittime dello sfruttamento.
fonte:
https://integrazionemigranti.gov.it/it- ... gricoltura
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Allegati
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- DOCUMENTO APPROVATO 12.05.2021.pdf
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