Vi espongo questo caso nella speranza che mi possiate suggerire qualche soluzione; il racconto del giovane per il quale sto chiedendo la vostra collaborazione, mi ha molto colpito.
Il giovane marocchino di cui poi espongo la situazione é venuto a conoscenza del nostro ufficio perché la sua famiglia che vive attualmente in Francia si è messa in contatto con un anziano marocchino già cittadino italiano, che conosco da tanti anni e con cui loro erano amici.
La madre e il patrigno di questo ragazzo, che vivono attualmente in Francia hanno telefonato a questo anziano cittadino del Marocco già cittadino italiano qui residente chiedendo di aiutarli a mettersi in contatto con il nostro ufficio.
Così circa 15 gg fa il giovane é venuto con il patrigno nel nostro ufficio e ho incominciato a conoscere la sua situazione; ho detto che mi sarei informata per sapere come si poteva fare per risolvere il problema della mancanza di documenti .
Se la famiglia del giovane fosse stata ancora in Italia forse sarebbe stato più semplice trovare una soluzione.
Poiché il patrigno mi ha spiegato che sua moglie e madre del ragazzo avrebbe ritirato a giorni in Francia la carta di 5 anni in quanto coniuge di cittadino dell'UE, dissi al patrigno di informarsi con le autorità Francesi competenti se c’è la possibilità di ricongiungere il figlio e figliastro di 22 anni in Francia; infatti mi sembra assurdo fare ritornare la madre in Italia per risolvere il problema del permesso di soggiorno del figlio; la madre ha con l'attuale marito altri due figli di circa 10 anni e quindi fare ritornare la madre in Italia non farebbe che aggravare i problemi di questa famiglia; mi sembrerebbe più semplice verificare se è possibile avvicinare il figlio alla famiglia in Francia.
Poi ho raccomandato al patrigno e al giovane di recarsi il prima possibile a Bologna per chiedere un nuovo passaporto.
Ho telefonato ora al giovane per farmi precisare una cosa che non ricordavo e fortunatamente mi ha detto che la prossima settimana andrà a Bologna a chiedere il passaporto, così potrà fare anche la denuncia del furto dei documenti.
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Aggiungo una breve sintesi di quanto emerso nei due brevi incontri: il primo con il giovane e il patrigno e il secondo con il giovane che alcuni giorni fa è ritornato in ufficio per portarmi le fotocopie dei documenti che la mamma gli ha inviato sul cellulare (fotocopia della carta di identità rilasciata dal comune di Carrara, fotocopia del nulla osta al ricongiungimento famigliare fatto nel 2015, fotocopia del Mod 1 inoltrato con kit alla Questura di Massa per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno in seguito a ricongiungimento famigliare, fotocopia della tessera sanitaria, fotocopia del certificato di nascita e della carta di identità del Marocco )
Il patrigno di questo ragazzo, divenuto nel 2015 cittadino italiano, quando nel 2018 trovò lavoro in Francia, vi si trasferì con la famiglia.
Il figlio della moglie, che allora aveva 20 anni non volle trasferirsi in Francia con la famiglia e poco dopo nell'aprile del 2018 si recò in Germania per cercare lavoro, credo lusingato dall'esperienza di un altro giovane connazionale. In Italia questo giovane era titolare di un pse per famiglia, infatti entrato in Italia nel 2015 all'età di 17 anni, aveva frequentato subito i corsi di lingua italiana e aveva incominciato a lavorare nella cantieristica navale, infatti aveva anche aperto anche un conto corrente.
In Germania era ospite di un giovane connazionale; purtroppo pochi mesi dopo il suo arrivo in Germania, nell'ottobre del 2018 viene aggredito da un connazionale e da un algerino che volevano rubargli la borsa dove aveva i documenti e i soldi : chiede loro di lasciargli i documenti, ma uno dei due toglie un coltello e lo ferisce gravemente all’addome. Viene ricoverato all'ospedale e riceve la visita della polizia tedesca. Quando esce dall'ospedale non si reca alla polizia per denunciare il furto dei documenti, pensando che la denuncia fosse già stata verbalizzata dalla polizia. Senza documenti dalla Germania va in Olanda dove rimane da dicembre 2018 fino a giugno 2019; dall'Olanda scende in Svizzera, dove rimane tre settimane e quindi raggiunge la madre in Francia
E' rientrato in Italia dalla Francia il 02/06/2020.
Questo giovane mi ha raccontato che l'aggressione che ha subito in Germania l'ha cambiato; chi non l'ha visto forse può pensare che questo giovane faccia uso di sostanze, non è così é un ragazzo ancora molto giovane con una triste esperienza alle sue spalle, un giovane che sperava forse di costruire con le sue forze il suo futuro e si è trovato privo di tutto.
Sicuramente lo richiamerò in ufficio e cercherò di farmi raccontare meglio come ha fatto a procurarsi i soldi per spostarsi dalla Germania, all'Olanda, poi In Svizzera e quindi in Francia.
Ha veramente una grande e visibile cicatrice sull'addome. I genitori dalla Francia lo aiutano economicamente; é ospite per ora di un connazionale, ma il problema grande è che non ha neppure un documento.
Purtroppo non c'è ancora sufficiente conoscenza del Dlg 30/2007 da parte degli stranieri; il giovane a febbraio 2020 ha compiuto 22 anni, avrebbe potuto chiedere fino a 21 anni una carta di soggiorno vivendo con la madre e con il patrigno italiano in Francia.
Dal patrigno ho saputo che sua moglie ritirerà a breve in Francia la carta di soggiorno in quanto famigliare di cittadino UE; l'impressione che ho di questo giovane è che é un giovane molto educato, tranquillo; scioccato per quello che gli è successo e che non sa come fare a risolvere i suoi problemi. Mi ha detto: “ avevo tutto non mi mancava nulla” e ora si trova senza documenti clandestino in Italia.
Sicuramente sto trascurando qualche strada percorribile per chiedere un permesso di soggiorno.
Ringrazio per la vostra consueta puntuale collaborazione
giovane rimasto privo di documenti e la famiglia risiede in Francia
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Re: giovane rimasto privo di documenti e la famiglia risiede in Francia
Gent.ma Mauri,
da quanto ci dice la madre da questo ragazzo si è trasferita in Francia con il suo attuale marito, cittadino italiano. Qualora decidesse di trasferirsi in Francia avrebbe diritto, ai sensi della Direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, al rilascio di un titolo soggiorno quale familiare di cittadino dell'unione europea se si trovasse nella condizione di familiare a carico.
Infatti l'art. 3 comma 1 della Direttiva stabilisce che: La presente direttiva si applica a qualsiasi cittadino dell'Unione che si rechi o soggiorni in uno Stato membro diverso da quello di cui ha la cittadinanza, nonché ai suoi familiari ai sensi dell'articolo 2, punto 2, che accompagnino o raggiungano il cittadino medesimo.
L'art. 2 specifica che: Ai fini della presente direttiva, si intende per:
1) «cittadino dell'Unione»: qualsiasi persona avente la cittadinanza di uno Stato membro;
2) «familiare»:
a) il coniuge;
b) il partner che abbia contratto con il cittadino dell'Unione un'unione registrata sulla base della legislazione di uno Stato membro, qualora la legislazione dello Stato membro ospitante equipari l'unione registrata al matrimonio e nel rispetto delle condizioni previste dalla pertinente legislazione dello Stato membro ospitante;
c) i discendenti diretti di età inferiore a 21 anni o a carico e quelli del coniuge o partner di cui alla lettera b);
d) gli ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge o partner di cui alla lettera b);
Per cui questo ragazzo se, come le è stato riferito, il patrigno lavora, potrebbe rientrare tra i familiari previsti dalla lettera c).
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente.
da quanto ci dice la madre da questo ragazzo si è trasferita in Francia con il suo attuale marito, cittadino italiano. Qualora decidesse di trasferirsi in Francia avrebbe diritto, ai sensi della Direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, al rilascio di un titolo soggiorno quale familiare di cittadino dell'unione europea se si trovasse nella condizione di familiare a carico.
Infatti l'art. 3 comma 1 della Direttiva stabilisce che: La presente direttiva si applica a qualsiasi cittadino dell'Unione che si rechi o soggiorni in uno Stato membro diverso da quello di cui ha la cittadinanza, nonché ai suoi familiari ai sensi dell'articolo 2, punto 2, che accompagnino o raggiungano il cittadino medesimo.
L'art. 2 specifica che: Ai fini della presente direttiva, si intende per:
1) «cittadino dell'Unione»: qualsiasi persona avente la cittadinanza di uno Stato membro;
2) «familiare»:
a) il coniuge;
b) il partner che abbia contratto con il cittadino dell'Unione un'unione registrata sulla base della legislazione di uno Stato membro, qualora la legislazione dello Stato membro ospitante equipari l'unione registrata al matrimonio e nel rispetto delle condizioni previste dalla pertinente legislazione dello Stato membro ospitante;
c) i discendenti diretti di età inferiore a 21 anni o a carico e quelli del coniuge o partner di cui alla lettera b);
d) gli ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge o partner di cui alla lettera b);
Per cui questo ragazzo se, come le è stato riferito, il patrigno lavora, potrebbe rientrare tra i familiari previsti dalla lettera c).
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente.